Giovedì 14 aprile, alle ore 10.30 nella galleria della Fondazione Banca del Monte di Foggia (Via Arpi 152) è in programma l’inaugurazione della mostra intitolata L’altra possibilità. L’evento è stato organizzato dalla Fondazione Banca del Monte di Foggia e dal CSV (Centro Servizi per il Volontariato) di Foggia, in collaborazione con la Casa Circondariale di Foggia, l’U.E.P.E (Ufficio per l’esecuzione penale esterna) di Foggia.
Si tratta, come racconta il sottotitolo dell’iniziativa –“Un reportage sul mondo penitenziario”– dell’esposizione dedicata alle foto di Giovanni Rinaldi e al racconto della giornalista Annalisa Graziano: immagini e testi raccolti in parallelo, con le interviste realizzate ai protagonisti ritratti nelle foto, che documentano la vita nella casa circondariale di Foggia, soprattutto in relazione alle attività di rieducazione e reinserimento sociale attuate, sia all’interno che all’esterno dei luoghi di detenzione, dall’Amministrazione penitenziaria in collaborazione con istituzioni statali, enti culturali e associazioni di volontariato e del Terzo Settore. Sono attività che coinvolgono sia i detenuti che quelli che usufruiscono di pene alternative al carcere.
Come ricorda il presidente della Fondazione, Saverio Russo, nell’introduzione al volume che accompagna la mostra: «La Fondazione Banca del Monte di Foggia già da tre anni affianca l’UEPE, il Carcere, il Ce.Se.Vo.Ca. –oggi CSV Foggia- e le altre associazioni di volontariato che operano dentro e attorno al mondo penitenziario della Capitanata, nel tentativo di contribuire a realizzare l’articolo 27 della Costituzione, che insiste sulla necessità di rieducare il condannato, di offrirgli un’altra possibilità. In questi anni abbiamo cercato di sostenere l’attivazione delle misure alternative al carcere, di alleviare il dramma delle famiglie dei detenuti, di fare in modo che la detenzione non sia solo segregazione vuota ed alienante o, peggio, scuola del crimine, ma sia ripensata per ricostruire legami positivi con il mondo esterno, di offrire occasioni di riflessione, rieducazione e reinserimento. E quest’anno cercheremo di fare di più, non solo attraverso la mostra e il volume che la documenta, con le fotografie di Giovanni Rinaldi e i testi e le interviste di Annalisa Graziano, ma anche con il finanziamento di altre attività che potranno rendere più solido il progetto di recupero e reinserimento».
Nella prefazione al volume, il noto scrittore marchigiano Angelo Ferracuti, ha rilevato che «L’intreccio tra reportage di scrittura e quello fotografico non cede mai alla spettacolarizzazione del disagio o del male. il fotografo Giovanni Rinaldi è fedele al reperto esistenziale in pubblico, racconta ciò che è visibile ma nel visibile anche l’invisibile, mentre Annalisa Graziano usa la parola e scava anche nei vissuti, cerca di portare alla luce con pudore dalle segrete di ogni detenuto la piccola scatola nera di memoria che contiene. Così questo luogo altro, spesso demonizzato, questo mondo nel Mondo, ci appare umano e troppo umano attraverso le vite di riserva che lo abitano, interrotte per quanto dura la pena, vissute a ingannare il tempo in una attesa che sospende temporaneamente la ripresa della quale non conoscono gli sviluppi, ma di cui temono la prova decisiva della libertà. Anche gli oggetti di questi luoghi assumono un significato e un ruolo diversi da quelli che popolano le nostre abitazioni. Con le carte, i libri, le fotografie, gli utensili, il cibo si stabilisce un rapporto di necessità più forte, così come con la scrittura calligrafica di cui questo mondo resta forse l’ultimo avamposto, la tradizionale lettera un segno distintivo di un luogo dove si perde temporaneamente la libertà, e l’espressione di sé, come la convivenza forzata, è mediata dalle molte coercizioni».
All’inaugurazione è previsto l’intervento delle autorità e dei rappresentanti istituzionali degli enti partecipanti all’iniziativa.
La mostra rimarrà aperta fino al 29 aprile 2016, dal lunedì al sabato, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 17 alle 20.