Sabato 8 giugno in Fondazione, Aldo Ligustro, Vito Capone e Gaetano Cristino hanno inaugurato la IV edizione di “Rigorosamente Libri”, rassegna biennale internazionale riservata al Libro d’Artista.
Ben settantuno e di diverse nazionalità gli artisti protagonisti della mostra, una ricca esposizione resa possibile grazie alla collaborazione, in sintonia con i curatori, di un gruppo di importanti esperti, artisti, storici dell’arte, responsabili di archivi di libri d’artista e galleristi (Laura Anfuso, Maddalena Carnaghi, Alfonso Filieri, Raffaella Lupi, Teresa Pollidori e Stefania Severi).
La mostra rimarrà aperta fino al 10 luglio 2019, escluso i giorni festivi, osservando i seguenti orari: da lunedì a sabato, ore 10-13/17-20.
“La rassegna evidenzia uno degli assunti posti alla sua base – ha detto uno dei curatori, Gaetano Cristino – e cioè che il libro d’artista non può essere imbrigliato in un ‘genere’, ma costituisce, come riteneva Giorgio Maffei, uno dei maggiori conoscitori della materia, un ‘oggetto poliforme’. È cioè un libro che trasgredisce le regole del libro per diventare forma/ spazio/ teatro delle declinazioni artistiche più ardite, dove scrittura e immagine, la sostanza e i valori tattili dei tanti materiali usati (dalla carta al legno al vetro alla pietra ai metalli), anche innovativi e “strani”, e tante voci (del poeta, del pittore, dello scultore, dell’incisore, del fotografo…), si inseguono, si confrontano, si escludono, si ricompongono, dialogano, si trasformano in un processo alchemico infinito di relazioni e realizzazioni sempre nuove che riescono ad annodare persino passato e presente e a parlare al fruitore della realtà problematica del mondo, e della propria individualità, anche quando le pagine sono bianche o serrate dalla copertina. E lo stesso percorso espositivo della mostra ha privilegiato l’approccio libero alle opere – ha concluso il curatore -, senza suggerimenti di letture diacroniche o di aggregazioni tematiche o tecniche o legate ai materiali: la mostra è il precipitato storico della individualità degli artisti ed è l’unicità delle loro passioni, delle loro meditazioni, che ciascuna opera deve restituirci”.