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La ragione nella storia. Dal Medioevo all’età moderna.

La ragione nella storia. Dal Medioevo all’età moderna

Comunicati stampa

Dal 2 al 3 marzo 2023 si terrà presso la Sala del Tribunale Palazzo Dogana il Convegno internazionale La ragione nella storia. Dal Medioevo alla modernità. Il convegno di filosofia, il primo che si tiene a Foggia dopo molti anni, è organizzato da Alessandra Beccarisi, Tommaso Sgarro e Luigi Traetta del Dipartimento di Studi Umanistici. Lettere, Beni Culturali, Scienze dell’Educazione dell’Università di Foggia.

L’evento, è promosso dal Cetefil (Centro per l’edizione di testi filosofici medievali e rinascimentali), organizzato con il sostegno della Fondazione dei Monti Uniti di Foggia, della Provincia di Foggia e di Mandwinery – Famiglia Manduano e con il patrocinio di Rome 2024.

La ragione è λόγος universale e ratio (“calcolo”) particolare; essa coincide con il principio della conoscenza umana e con la legge interna alla natura stessa: l’essere umano conosce la natura per mezzo della ragione e in ciò coglie la verità delle cose. La verità si contrappone all’opinione in una dialettica λόγος – δόξα che esprime il legame tra la ragione e le leggi della natura e della storia sin dai primordi del pensiero filosofico.

Nel medioevo prende forma compiutamente l’incontro della ragione dei greci con le tre grandi religioni monoteistiche del Mediterraneo e la riscoperta dei filosofi pagani tramite le traduzioni e i commenti dei filosofi arabi. La ragione ne esce, di fatto, profondamente mutata: la Verità rivelata consente una nuova interpretazione della natura e della storia (al-Kindī e la tradizione ermetica), e la collocazione delle diverse scienze aristoteliche (logica, fisica, metafisica, etica) nel curriculum di studi, comprensivo delle scienze teolgiche, diventa oggetto di un dibattito che giunge nel mondo latino tramite la mediazione araba. Si scopre, dunque, un’armonia superiore tra Aristotele e le scienze religiose (al-Fārābī e Ibn Sīnā, i.e. Avicenna) oppure una profonda divergenza con il discorso teologico (Ibn Rushd, i.e. Averroè). Così, nel mondo latino, il termine ragione si riarticola nel confronto con la fede (Agostino), nella differenza con l’intellectus (Alberto Magno, Tommaso d’Aquino), nelle dispute sull’anima e il libero arbitrio del XIII secolo e nel dibattito sul primato della volontà (Enrico di Gand, Duns Scoto).

Nel Rinascimento la ragione è riconosciuta come la superiore attività conoscitiva dell’uomo, capace di conciliare le irrisolte opposizioni dell’intelletto (Cusano e Bruno), o come l’elemento attuativo del piano metafisico-provvidenziale di Dio (Campanella). Tra il XVI e il XVII sec., con Galileo, la ragione acquista un significato strumentale, riferendosi al dato esperienziale della realtà fisica e naturale, come unico elemento di attestazione della sua veridicità. È solo il preambolo per la ridefinizione moderna del termine ragione che condurrà, da un lato al modello del cogito (Descartes), dall’altro a una più radicale epistemologia empirista, che vedrà nelle forme logico-linguistiche l’unico elemento di espressione della ragione nella realtà umana (Hobbes). Questo segnerà un ulteriore passaggio nella “storia della ragione”, con la distinzione tra verità di ragione e verità di fatto (Leibniz), e l’affermarsi di posizioni che faranno del legame esperienza-linguaggio ordinario l’elemento di indagine della ragione stessa (Locke). Quando, infine, la ragione si legherà in maniera strutturale alla storia, da intendere non più in maniera meramente provvidenzialista, ma come quell’articolazione delle vicende umane che trovano una “ragione sufficiente” interna al loro stesso corso (Vico), si costituiranno i presupposti filosofici che condurranno all’”epoca dei lumi”. L’illuminismo rappresenterà l’epoca di massima espressione delle potenzialità della ragione umana; tanto quello francese con la realizzazione dell’Encyclopédie di Diderot e d’Alembert, tanto quello tedesco con il razionalismo di Wolff, fonte d’ispirazione per la filosofia di Kant e della sua Critica. Sarà, tuttavia, con l’Ottocento tedesco (Fichte, Schelling, Hölderlin) che la ragione troverà la sua compiuta espressione in termini storico-filosofici, per vedere in fine teorizzata con Hegel la sua superiorità, tanto in ambito pratico, quanto teoretico, logicamente saldata al processo dialettico della storia.

La rapida e parziale ricostruzione proposta si è resa indispensabile per chiarire l’obiettivo del congresso: ripensare il senso e l’uso del termine ragione a partire da una prospettiva storiografica. Questo vuol dire superare i limiti entro cui lo storicismo l’ha relegata, tracciando una prospettiva storiografica puntuale, in grado di mostrare passaggi e personaggi della storia della filosofia che ce la restituiscano, per dirla come l’Adorno della Dialettica dell’illuminismo, nella sua natura non totalizzante ma libera, e al contempo nella sua dimensione storica, dalla quale appare inscindibile.