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Il capitale che serve. “Un riconoscimento al lavoro straordinario della Fondazione Con Il Sud”

Il capitale che serve

”Abbiamo deciso di conferire il Premio Menichella 2023 a Carlo Borgomeo perché nei quattordici anni alla guida della Fondazione Con Il Sud si è comportato come un presidente “militante”, sempre presente sul campo, particolarmente attento alle esigenze dei territori più problematici e dei soggetti più fragili, spesso molto prima che se ne accorgesse lo Stato, come dimostra il caso emblematico di Caivano”.

Con queste parole, il presidente della Fondazione dei Monti Uniti di Foggia, Aldo Ligustro, martedì 19 settembre nella sala “Rosa del Vento”, ha aperto la IX edizione delle “Giornate Economiche del Mezzogiorno”, iniziativa promossa dalla Fondazione, in collaborazione con la Banca d’Italia, nel corso della quale ogni anno viene assegnato il premio dedicato alla memoria del grande economista foggiano Donato Menichella (Biccari, 23 gennaio 1896 – Roma, 23 luglio 1984), come riconoscimento a quei professionisti e a quelle istituzioni che con la propria opera hanno contribuito allo sviluppo culturale, sociale ed economico del Meridione italiano.

“Foggia e la Capitanata hanno potuto toccare con mano il carattere lungimirante della Fondazione Con Il Sud guidata da Borgomeo – ha poi sottolineato Ligustro – destinatarie, grazie anche al supporto della Fondazione dei Monti Uniti, di notevoli contributi per i numerosi progetti di inclusione sociale e di recupero dei beni confiscati alle mafie”.

“Il grande merito di Borgomeo è stato quello di aver contribuito a spostare l’attenzione sulle persone e sulla necessità di investire sulla conoscenza – ha sottolineato nel suo intervento il Capo della filiale foggiana della Banca d’Italia, Andreina Leoni -. In un mondo in continuo cambiamento, anche il settore economico e finanziario può fare la sua parte, operando per garantire a tutti i cittadini l’accesso a quegli strumenti utili per prendere le decisioni. In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo – ha concluso la dottoressa Leoni -, tra crescenti disparità sociali, conflitti e sfiducia nelle Istituzioni, la risposta non può essere solo tecnica ma è necessario puntare sulla scuola, sulla formazione e sul capitale sociale”.

“In continuità con le grandi personalità che hanno affrontato il tema dello sviluppo del Mezzogiorno, penso a Fofi, Olivetti, Cassano e Scotellaro, Carlo Borgomeo non si è limitato a studiare il Sud, ha “fatto” per il Sud – ha detto Oscar Iarussi, editorialista, saggista, già direttore de “La Gazzetta del Mezzogiorno” – . Cosa? Ha battuto il meridione palmo a palmo, ha conosciuto le persone nelle temperie della vita quotidiana, ha realizzato centinaia di progetti insieme ai territori e non a dispetto di questi. È stato uno dei migliori interpreti del “fare camminando”, un nuovo e contagioso paradigma dell’idea stessa di Mezzogiorno, in cui più del Pil conta il capitale umano, le persone, lo splendore delle relazioni sociali: senza di queste non andiamo da nessuna parte. A modo suo Borgomeo è un eretico – ha sottolineato Iarussi -, perché ha contribuito a modificare l’approccio tradizionale alla questione meridionale, rifiutandosi di accettare l’idea di un Sud criminale narrato anche nelle fiction, un “paradiso abitato da diavoli”, per dirla con Benedetto Croce. Borgomeo ha lavorato per far emergere una molteplicità di soggetti che hanno realizzato nuove imprese e che oggi raccontano un nuovo mezzogiorno. Certo gli ostacoli non mancano – ha poi concluso Iarussi – e lo stesso Pnrr, qualora non fosse ben utilizzato, potrebbe rivelarsi un boomerang e a quel punto colmare il divario nord-sud potrebbe rivelarsi impossibile. Per fortuna quelli come Borgomeo ci permettono di coltivare ancora la speranza”.

“Sono molto contento di ricevere questo riconoscimento – ha esordito Carlo Borgomeo – se penso alle personalità di grande rilievo che lo hanno ricevuto in passato (Romano Prodi, Paolo Mieli, Paolo Baratta, Gianfranco Viesti, Antonio Patuelli, Giuseppe Guzzetti, Giuseppe De Rita e Federico Pirro, ndr) ma sono soprattutto orgoglioso perché è un premio al lavoro della Fondazione Con Il Sud, straordinariamente innovativo e, come successo a Caivano, spesso fuori dalle regole classiche, che ci ha permesso di mettere in moto dei meccanismi virtuosi e di raggiungere dei risultati impensabili”.

Nel Comune di Caivano, tristemente noto per i recenti e sconvolgenti fatti di cronaca nera, la Fondazione Con Il Sud sostiene l’unica associazione di volontariato che ha sede all’interno del rione Parco Verde, “Un’infanzia da vivere”, che si occupa di sottrarre i minori alla criminalità organizzata, ed ha supportato la nascita della cooperativa sociale “Nessuno resti solo”, che gestisce il verde pubblico e favorisce l’inserimento lavorativo di ex detenuti e dei ragazzi “fragili” del quartiere.

“La repressione serve ma non basta. Girando i territori ho visto con i miei occhi la capacità che ha il capitale sociale di generare sviluppo vero e duraturo e sono rimasto sconvolto dalle possibilità di cambiamento delle cose. Purtroppo la mia è tuttora una posizione minoritaria, l’idea dominante è ancora la stessa di sempre, quella del trasferimento delle risorse finanziarie e dell’industrializzazione dei territori per colmare il divario con le aree più ricche del paese. Tuttavia mi domando – ha sottolineato il presidente di Assaeroporti – come sia possibile che in 73 anni di interventi straordinari e ordinari per il Mezzogiorno il Pil del sud sia passato dal 52,9% del 1951 al 56,2% del 2021. Giganti dell’economia e della politica italiana pensavano e pensano che lo sviluppo economico sia il volano per quello sociale ma la ricetta era ed è sbagliata. È vero il contrario, se non si interviene sugli assetti sociali qualsiasi cifra metteremo sul piatto alla fine si rivelerà inutile. Dopo i primi anni di intervento della Cassa del Mezzogiorno e dopo la realizzazione di importanti infrastrutture – ha spiegato Borgomeo, che in un bel saggio dal titolo “Sud, il capitale che serve”, ha messo nero su bianco le sue tesi -, la politica si è sostanzialmente limitata al trasferimento di risorse, nell’illusione che bastasse questo a generare sviluppo. L’esperienza ci ha insegnato che se il sostegno non incrocia la responsabilità e la vitalità delle comunità locali, diventa assistenziale e genera dipendenza. La condizione prima ed essenziale – ha detto in conclusione Borgomeo – è quella di investire nello sviluppo del capitale umano e sociale, di puntare sulla scuola, sulla formazione e sull’inclusione, contrastando la povertà economica, la povertà educativa, la dispersione scolastica e la criminalità organizzata. È questo il capitale che serve”.

Il dottor Carlo Borgomeo ha ricevuto il Premio Menichella 2023 “per aver contribuito in maniera determinante, anche attraverso un’intensa attività di ricerca e pubblicistica, alla definizione di un approccio innovativo al tema dello sviluppo del Mezzogiorno e per aver compreso e promosso con passione, prima come ricercatore al Censis e poi con il suo impegno come presidente della Fondazione Con il Sud e dell’Impresa sociale Con i Bambini e in altre importanti istituzioni, le enormi potenzialità della collaborazione tra Stato e Terzo settore nell’individuazione degli obiettivi e delle esigenze specifiche delle comunità locali e ai fini di un loro coinvolgimento diretto quale condizione essenziale per lo sviluppo del capitale umano e sociale meridionale. Capovolgendo i termini delle politiche di intervento straordinario, basate prevalentemente sul trasferimento di risorse finanziarie, tradizionalmente attuate nel nostro Paese, ha dimostrato che la crescita dell’infrastrutturazione sociale, la cultura e la prassi del bene comune sono in grado di costruire percorsi di sviluppo virtuoso e duraturo, segnando il passaggio dalle “politiche per il Sud a politiche Con il Sud”.