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Scoprendo “Santa Maria di Devia”. La chiesa tra Lesina e Varano risale al XI secolo

Scoprendo “Santa Maria di Devia”

Comunicati stampa

L’Associazione Amici della Fondazione Banca del Monte di Foggia e l’Archeoclub d’Italia-Sezione di Foggia organizzano, martedì 24 maggio, alle ore 18.30, nella Sala “Rosa del Vento” della sede di Via Arpi 152, un interessante incontro culturale dedicato a “Santa Maria di Devia”.

La serata sarà aperta dai saluti di Saverio Russo, Presidente della Fondazione Banca del Monte, di Rina Di Giorgio Cavaliere, Presidente degli “Amici della Fondazione Banca del Monte”, e di Santa Picazio, Presidente dell’“Archeoclub” di Foggia.

Seguiranno gli interventi di Maria Grazia Nassisi, Dirigente Scolastico dell’Istituto “Foscolo-Gabelli” e di Liana Bertoldi Lenoci, Presidente del “Centro Studi Storici e Socio-Religiosi di Puglia”.

La relazione sull’importante sito sarà affidata a Gianclaudio Petrucci, studioso locale e attivista ambientalista il quale ha condotto lunghe ricerche sul pregevole edificio sacro che sono confluite nel volume Gli affreschi della chiesa di S. Maria di Devia (Edizioni del Rosone, Foggia, 2015).

La chiesa sorge sul monte D’Elio, rilievo che innalza tra i laghi di Lesina e Varano, e risale all’XI secolo. Era la chiesa principale –e resta l’unico edificio ancora in piedi- del casale di Devia, sorto nell’alto Medioevo ed abbandonato sul finire del ‘300: verosimilmente, gli abitanti si trasferirono nei centri vicini meglio muniti contro le frequenti incursioni dei pirati saraceni che giungevano dal mare.

La chiesa presenta molte caratteristiche dello stile romanico e custodisce un notevole ciclo di affreschi di tradizione bizantina, realizzati tra XIII e XIV secolo, con rimaneggiamenti successivi. Abbandonata a lungo, fu restaurata una prima volta negli anni ’70, poi ancora pochi anni fa. Da allora, la chiesa è usata periodicamente per celebrazioni religiose oltre ad essere visitabile, per alcuni giorni al mese. A poche decine di metri, i resti del sito di Devia, che versano, invece, in stato di abbandono e degrado.