Dodici storie, la formazione di una squadra di calcio, ruolo per ruolo, più un allenatore. Storie di provincia di quando il fubbàll aveva le ali, i campi erano di terra e polvere e i numeri sulle maglie andavano dall’1 all’11.
Lunedì 4 dicembre, alle ore 18:30 nella sala “Rosa del Vento” della Fondazione, in via Arpi 152, per il penultimo appuntamento del Foggia Festival Sport Story 2023, la manifestazione di respiro nazionale che racconta lo sport attraverso l’arte e la letteratura, organizzata annualmente dalla Fondazione dei Monti Uniti di Foggia, insieme con la libreria Ubik, la Piccola Compagnia Impertinente e la Biblioteca di Foggia “La Magna Capitana”, Remo Rapino presenta “Fubbàll” (Minimum Fax, 2023). Conversano con l’autore il giornalista Alessandro Tosques e Marcello Curci, incursioni teatrali della Piccola Compagnia Impertinente.
Lo scrittore abruzzese, vincitore del Campiello nel 2020, racconta dodici calciatori “minori” nel suo ultimo libro pubblicato da Minimum Fax, un album di figurine di quelli delle ultime file: piccole biografie di calciatori non illustri, brutti, storti, anonimi. Vecchi mobili tarlati dall’età e dai ricordi. Giocatori tristi che non hanno vinto mai. Una squadra di esclusi e di spasulati che non troverete in nessun campionato. Eppure ad ascoltarne le voci si avverte tutto il canto di nostalgia per i debutti, le promesse mancate, gli infortuni e le altre imboscate della sorte, i rari colpi andati a segno, insomma per quel tempo in cui tra gli uomini c’era un rispetto, un trattarsi da pari a pari, qualunque fosse il loro stato. Con la speranza che questo tempo, dove si poteva giocarsela finché si aveva fiato, possa ancora tornare.
Classe ‘51, Remo Rapino è nato a Lanciano e ha insegnato filosofia al liceo. Ha pubblicato i racconti Esercizi di ribellione (Carabba 2012) e alcune raccolte di poesia, tra cui La profezia di Kavafis (Moby-dick 2003) e Le biciclette alle case di ringhiera (Tabula Fati 2017). Nel 2020 ha scritto Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio (Minimum Fax) con il quale ha vinto il Premio Campiello 2020.