E’ in programma per giorno 27 dicembre, alle ore 18.30 una visita guidata alla mostra intitolata “Emanuele Cavalli nelle collezioni pugliesi”, organizzata dalla Fondazione Banca del Monte e dall’Accademia di Belle Arti di Foggia e in corso presso la Galleria della Fondazione (Via Arpi 152).
L’iniziativa è stata organizzata dagli “Amici della Fondazione Banca del Monte di Foggia”.
I particolari sulla vita e l’opera dell’importante artista lucerino sui quadri esposti, saranno illustrati dal critico d’arte foggiano Gaetano Cristino, che è anche curatore (assieme a Romeo D’Emilio) della mostra.
Per prenotare la visita –che è limitata ad un massimo di 30 visitatori- si può telefonare alla Segreteria degli Amici della Fondazione, ai numeri 0881.709200 e 0881.772858.
Al di là dell’appuntamento di giorno 27, ricordiamo che la mostra sarà visitabile tutti i giorni, fino al 7 gennaio 2017, dal lunedì al sabato (esclusi i festivi), dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 17 alle 20. Ingresso gratuito.
LA MOSTRA
L’esposizione consente di esplorare, attraverso opere presenti nelle collezioni pubbliche e private della Puglia, insieme alla particolare concezione della pittura dell’Artista, esponente di punta del tonalismo e della Scuola Romana, anche lo stretto rapporto che Cavalli ebbe con la sua terra d’origine.
Nato a Lucera (Foggia) nel 1905, Emanuele Cavalli si trasferì giovanissimo a Roma, dove si formò alla scuola di Felice Carena, diventando ben presto protagonista della vita culturale e artistica della Capitale. Soggiornò anche in Francia, a Parigi, dove stabilì contatti con De Chirico, Savinio, De Pisis ed espose al Salon Bovy con Fausto Pirandello e Francesco Di Cocco.
Tenne la sua prima mostra personale a Bari, nel 1930, e in Puglia tornò ad esporre con regolarità fino agli anni Settanta.
Tra il 1931 e il 1933 partecipò all’elaborazione e all’affermazione, con Giuseppe Capogrossi e Corrado Cagli, di quel particolare indirizzo estetico chiamato “tonalismo” che introdusse una ventata di novità nel panorama artistico romano e nazionale.
Nel 1933 firmò, con Capogrossi e Melli, il Manifesto del Primordialismo Plastico, che accentuò il dato spirituale e astratto della ricerca pittorica.
Partecipò fin dal 1926 a quasi tutte le edizioni della Biennale di Venezia e, dal 1931, alle esposizioni della Quadriennale di Roma.
Nel 1945 si trasferì a Firenze, dove insegnò Pittura all’Accademia di Belle Arti. Dopo il 1949 attraversò un periodo di crisi, anche perché molti dei suoi amici avevano intrapreso la strada della pittura astratta e informale, che colmò dedicandosi all’altra sua grande passione, la fotografia.
Nel 1960 ottenne l’insegnamento alla Scuola libera del nudo dell’Accademia di Firenze e continuò fino alla sua morte, avvenuta a Firenze nel 1981, a sviluppare con coerenza le meditazioni sul colore e sulla figurazione iniziate negli anni Trenta.